10 Falsi Miti in Industria 4.0: Successo in Transizione Digitale

Sfata i 10 miti su Industria 4.0: internet, MES, certificazioni e altro ancora.

Li avrai sentiti almeno una volta e ora te lo stai chiedendo.

Quali sono i 10 miti che circondano l’Industria 4.0, la Transizione 4.0 e le relative attività peritali?

Scoprilo in questo articolo.

INDICE CONTENUTI
Internet e interconnessione
MES 4.0 e piattaforme cloud
Teleassistenza obbligatoria per certificazione 4.0?
Soluzioni industria 4.0 ready
Industria 4.0 solo per manifatturiero
Basta la perizia
Investire in 4.0 non conviene più
Acquistare macchinari 4.0 basta per essere competitivi
Il perito e la certificazione 4.0
Transizione 4.0 vs industria 4.0
Conclusioni

Mito n.1

L’interconnessione 4.0 richiede obbligatoriamente una connessione a Internet.

Interconnettere un bene utilizzando Internet offre vantaggi come ad esempio la comunicazione con sistemi esterni. Però, utilizzare internet non è obbligatorio.


Infatti, il bene può essere interconnesso a qualsiasi sistema interno che si può classificare come “sistema informativo di fabbrica”. Ecco due esempi di interconnessione che non richiedono l’uso della rete internet:

  • scambio informatico con il proprio sistema gestionale/MES locale;
  • scambio informativo con CMMS locale (se non lo conosci, leggi l’articolo: digitalizzazione della manutenzione).

Mito n.2

Per soddisfare i requisiti 4.0, è indispensabile che l’azienda acquisti una piattaforma MES o una piattaforma cloud.

Lo scambio di informazioni può avvenire sia con sistemi “in cloud” che “on premise” (conosci la differenza in questo articolo su sul cloud computing). Ne consegue che non è indispensabile utilizzare una piattaforma cloud.

Non è neanche indispensabile acquistare un MES: sarà l’azienda a scegliere il sistema che per lei è più vantaggioso (un MES offre numerosi vantaggi: se non ne hai uno, dovresti pensarci).

Mito n.3

Per certificarsi 4.0, è obbligatorio avere un contratto di teleassistenza con il fornitore.

La teleassistenza, intesa come telediagnosi e/o tele manutenzione, è indipendentemente dal contratto/servizio stipulato/offerto dal fornitore della macchina.

Non è obbligatorio avere un contratto per certificarsi 4.0 e si può soddisfare il requisito in modi differenti.

Attenzione: se in fase di certificazione 4.0 l’azienda ha soddisfatto il requisito RU1 grazie ad un contratto con il venditore e non ci sono altri modi di soddisfarlo, potrebbe essere indispensabile rinnovare i contratti.

Mito n.4

Con una soluzione “4.0 Ready”, la perizia tecnica è assicurata.

Le soluzioni “4.0 Ready” sono un buon punto di partenza per professionisti e aziende, ma non possono essere considerate il punto finale.

Anche con una soluzione 4.0 Ready, il rispetto dei requisiti di interconnessione e dell’integrazione sono sempre a carico dell’azienda che devi quindi dotarsi di un’infrastruttura idonea al soddisfacimento (e al mantenimento).

Mito n. 5

Il concetto di Industria 4.0 interessa solo il settore manifatturiero.

Sebbene Industria 4.0 nasce con particolare riferimento all’ambito manifatturiero, il modello 4.0 è rilevante per tutti i settori, compresa l’erogazione di servizi.

Anche nell’ambito degli incentivi, la prassi documentale ha fornito interpretazioni valide per ascrivere in specifici gruppi dell’allegato A (inizialmente pensati per macchine industriali) beni non appartenenti al settore manifatturiero (sono un esempio l’agricoltura, la sanità, il settore cleaning, Ho.Re.Ca, …)

Mito n. 6

Dopo la perizia tecnica 4.0, l’azienda non deve più occuparsi di nulla.

Sulla necessità di mantenere i requisiti tecnici “post perizia tecnica” è stato detto molto ed è necessario aggiungere poco: ogni azienda dovrà dimostrare, in sede di eventuale controllo, di aver mantenuto i requisiti per tutto il periodo di fruizione dell’incentivo. Questa è davvero l’occasione per ripensare a tutti i vantaggi del modello 4.0.

Mito n. 7

Con le aliquote ridotte, gli investimenti nelle tecnologie 4.0 non offrono più gli stessi vantaggi.

È comprensibile che il beneficio economico sia un forte incentivo all’investimento, soprattutto nel breve termine.

Basarsi esclusivamente su questo, però, può arrecare più danni che vantaggi (se non l’hai fatto, puoi leggere l’articolo: Oltre il Credito d’Imposta: Strategie per una Transizione 4.0 di Successo per capire meglio cosa intendo).

Sarà dunque necessaria una visione sul lungo termine, mirata al soddisfacimento delle esigenze di rinnovo e al cambiamento in azienda.

Mito n. 8

L’acquisto di un macchinario 4.0 rende un’azienda automaticamente competitiva.

Sfatiamo anche il mito secondo cui acquistare una macchina 4.0 renda un’azienda automaticamente moderna e competitiva.

É sicuramente una tappa obbligata, ma senza una visione integrata, gli sforzi dell’azienda rischiano di essere vani.

A titolo d’esempio, l’uso efficace delle informazioni generate dalle macchine interconnesse e il superamento delle resistenze del personale coinvolto nella transizione 4.0 della tua azienda sono ostacoli da considerare per una trasformazione di successo.

Mito n. 9

“Nessun perito ci ha chiesto di…”

Non so se è successo anche a voi di sentire questa frase, ma può succedere.

L’errore in cui non inciampare è molto chiaro: fidarsi (con consapevolezza e coscienza) del proprio perito. Saprà seguirvi e indirizzarvi verso la strada migliore.

Mito n. 10

L’Industria 4.0 è superata, “ora c’è la 5.0…”

Il nuovo piano denominato “Transizione 5.0” e il concetto di “società 5.0” non andrebbero confusi.
Sono due concetti fondamentali, ma l’Industria 4.0 rimane un fenomeno ancora in atto, necessario per le aziende in Transizione e su cui vale la pena investire.

Conclusioni

Questi erano quelli che ritengo 10 miti più interessanti in ambito Transizione e Industria 4.0. Hai scoperto qualcosa di nuovo o hai avuto conferma di ciò che già sapevi?

Conosci altri miti su questi argomenti?

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